La clinica “Villa Gina” è stata fondata nella capitale dal medico personale di Palmiro Togliatti.
I punti di forza della sua attività erano l’ostentazione della fede politica di riferimento, quella comunista, e gli aborti.
Nel 2000 un’indagine giudiziaria ha appurato che nella clinica si effettuavano aborti clandestini con un corredo di macelleria umana in sala operatoria e di violenze psicologiche su donne che erano tornate sulle loro decisioni, per indurle ad abortire.
Tra i reati contestati, che portarono a pesanti condanne, l’uccisione di feti di 7-8 mesi.
Il magistrato inquirente defini la clinica “Villa Gina”:
“Una struttura in cui stabilmente e quotidianamente vengono commessi orrendi delitti”.
L’inchiesta aveva preso avvio dalla denuncia della segretaria del direttore della clinica, fratello del fondatore. La donna dichiarò ai magistrati:
“Quando ho visto gettare un feto di cinque mesi nel tritarifiuti, ho detto basta ed ho cominciato a raccogliere le prove per far finire quello scempio”.