Oggi il “purchè sia sano” ha sostituito il, ormai antiquato, augurio di un figlio maschio.
I 35 anni sono indicati come soglia limite a partire dalla quale i rischi di malformazione del feto sarebbero particolarmente alti. I mass media diffondono timori come sono soliti a fare. “Doveroso mantenere un’alta soglia d’ignoranza per poter meglio gestire anche il privato delle persone”, questo sembra essere il loro slogan.
Noi invece siamo abituati a pensare e quindi ci poniamo delle domande su come sia poi valutato questo rischio.
Il rischio di trovarsi a 35 anni ad affrontare pericoli per il caro figlio sono stimati ad essere inferiori al 3 per mille, tale rischio equivale alla probabilità per una 35enne di morire prima del 40esimo compleanno.
Eppure di questo secondo rischio nessuno si preoccupa e nessun medico consiglia di assumere uno stile di vita più appropriato e di intensificare i controlli medici. A 38 anni il rischio sale attorno al 5 per mille, è alto? E’ in ogni modo più basso della probabilità per una 38enne di morire prima del 45esimo compleanno.
Perchè allora molte donne non prendono seriamente in considerazione il fatto di poter morire da lì a poco, ma sono titubanti sul fatto di avere un figlio?
Ragione ed equilibrio non sembrano andare alla moda, il ricorrere ad una pratica invasiva quale l’amniocentesi che rischia seriamente di compromettere la salute del feto e la gravidanza stessa sembra essere divenuta una nuova prassi ospedaliera.
Cari genitori, il rispetto per la vita non può essere condizionato dalle proprie pretese, cadendo così in un eccesso di egoismo che esalterà solamente il proprio io allontanando da sè ogni forma di reale amore fino a ridurci nella più totale solitudine.