TUTELA DELLA VITA UMANA FIN DAL CONCEPIMENTO…pubblicata da Anna Maria Pacchiotti

Brano tratto dalla tesina presentata da Anna Maria Pacchiotti il 15 luglio 2001. Corso organizzato dalla Diocesi di Pinerolo – docente prof. Merlo dell’Università Salesiana di Torino-

III pubblicazione –

Tra i documenti degli ultimi decenni, uno dei più importanti per trarre riflessioni illuminanti è la “DICHIARAZIONE SULL’ABORTO PROCURATO” della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (1974). Ecco uno dei passaggi più rilevanti:

“Il rispetto alla vita umana si impone fin da quando ha inizio il processo della generazione. Dal momento che l’ovulo è fecondato, si inaugura una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo è fin da ora.

“A questa evidenza di sempre (perfettamente indipendente dai dibattiti circa il momento dell’animazione) la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trova fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: un uomo, quest’uomo individuo con le sue note caratteristiche già ben determinate.. (…) ”

Tale dichiarazione rende particolarmente evidenti i seguenti dati:

– una precisa indicazione morale: Il rispetto della vita umana si impone fin dal concepimento:

ecco le ragioni addotte a giustificare tale rispetto:

dal momento della fecondazione si inaugura una NUOVA VITA, diversa da quella dei genitori : si tratta anzi di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto (NON SARA’ MAI RESO UMANO SE NON LO E’ FIN DA ORA)
Le attuali conoscenze scientifiche offrono preziose conferme: “dal primo istante si trova fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: un uomo, quest’uomo individuo con le sue note caratteristiche ben determinate”.
Un argomento probabilistico, rimontante al principio. “in caso di dubbio, astieniti dall’agire”. “Anche se ci fosse un dubbio concernente il fatto che il frutto del concepimento sia già una persona umana, è oggettivamente un grave peccato osare di assumere il rischio di un omicidio”.
La Dichiarazione non intende prendere posizione sulla questione del momento dell’animazione:

“Questa Dichiarazione lascia espressamente da parte la questione circa il momento dell’infusione dell’anima spirituale. Non c’è su tal punto tradizione unanime e gli autori sono ancora divisi. Per alcuni, essa ha inizio fin dal primo istante; per altri, essa non può precedere almeno l’annidamento. Non spetta alla scienza di prendere posizione perchè l’esistenza di un’anima immortale non appartiene al suo campo. E’ una discussione filosofica, da cui questa affermazione rimane indipendente per due ragioni:

Pur supponendo un’animazione tardiva, esiste nel feto una incipente vita umana che prepara e richiede quest’anima;
Basta che questa presenza dell’anima sia probabile (e non si proverà mai il contrario) perchè togliere la vita significa mettersi nel pericolo di uccidere un uomo, non soltanto in attesa ma già provvisto della sua anima.
Si impongono alcune importanti osservazioni

– La Dichiarazione non afferma formalmente che l’embrione umano abbia lo statuto di persona:

– Tuttavia, c’è da chiedersi se il ricorso a questa “evidenza di sempre” inerente l’umanità e l’ndividualità di una nuova vita, non comporti un implicito riconoscimento dello statuto personale dell’embrione.

Sembra infatti impossibile qualificare un essere come “umano” senza riconoscere a questi la “natura umana”; poichè la natura umana non si dà se non nella concretezza di un SINGOLO INDIVIDUO, che è PERSONA, non si vede come possa darsi un individuo umano che non sia per ciò stesso PERSONA UMANA.

Un discorso analogo va fatto per l’Enciclica “Evangelium vitae”, che ricalca la posizione formulata nella precedente “Dichiarazione sull’aborto procurato” e nella “Donum vitae”.

A quanti sostengono che il frutto del concepimento, almeno fino a un certo numero di giorni, non può essere ancora considerato vita umana personale, Giovanni Paolo II replica citando l’insegnamento di tali documenti sull’umanità e sull’individualità del concepito, riproponendo sia l’evidenza di sempre, sia le conclusioni della scienza sull’embrione, sia la provocante domanda “COME UN INDIVIDUO UMANO NON SAREBBE UNA PERSONA UMANA?” e, ancora, l’argomento probabilistico e, senza impegnarsi sulla questione filosofica dello statuto del concepito, chiede per questi “il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità e unità corporale e spirituale”.

Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
Questa voce è stata pubblicata in Bioetica. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento