di Mario Giordano
Tremila euro al mese per la Staller che compie 60 anni. Uno scandalo, ma è peggio Pecoraro Scanio: ne incassa 8.800 da quando aveva 49 anni
E adesso anche Cicciolina prenderà l’onorevole pensione. Ci mancava, no? Siccome non vogliamo privarci di nulla, ecco fatto, la notizia è ufficiale: finora gli ex parlamentari mantenuti dai vitalizi erano 2.329. Diventeranno 2.330. Alla lunga lista si aggiunge infatti il nome di Ilona Anna Staller che dal 26 novembre, al compimento del suo 60esimo anno di età, incasserà 3.108 euro lordi (poco meno di 2mila euro netti) come ricompensa per i suoi 5 anni passati a Montecitorio (1987-1992). E chissà se approfitterà per farne l’oggetto di un suo nuovo spettacolo: «Dalla Camera alla cameretta: memorie senza vergogna di una sexy deputata in pensione»…
In attesa dello show, resta la domanda: c’è da scandalizzarsi un’altra volta per la scandalosa Cicciolina? In parte sì. In primo luogo perché resta uno scandalo senza pari il fatto che a un ex parlamentare bastino cinque anni di «lavoro» (lavoro: si fa per dire…) per maturare il diritto alla pensione, mentre ai normali cittadini ormai non ne bastano nemmeno 35. Ed è uno scandalo dover ricordare che i soldi a Cicciolina non arriveranno dai suoi contributi, assolutamente insufficienti per pagarle la pensione, ma dalle tasche degli italiani (che quest’anno hanno versato per gli ex parlamentari 204 milioni di euro: l’equivalente del gettito dell’intero contributo di solidarietà…).
In secondo luogo il vitalizio a Cicciolina è scandaloso perché lei va in pensione solo come parlamentare. Per il resto continuerà la sua poco onorevole attività, che, come ricorsa il suo sito, è specializzata in attività «anale, orale, interraziale, gang bang e orgia con orientamento eterosessuale, lesbo e bisessuale». Se il vitalizio agli ex parlamentari, come dicono gli strenui difensori del privilegio, è uno strumento per garantire la libertà degli eletti, ecco, ci sia concesso il dubbio: la libertà, in questo caso, non è persino un po’ eccessiva? Per carità: ognuno è sessualmente libero di far quel che vuole, ci mancherebbe. Cicciolina può girare persino un remake dei suoi film da Supermaschio per mogli viziose all’imperdibile Le donne di Mandingo. Ma siamo sicuri che, nel frattempo, dobbiamo passarle un onorevole assegno da 3.108 euro al mese?
Il presidente dell’associazione ex parlamentari, Gerardo Bianco, è solito dire che le pensioni ai suoi colleghi sono indispensabili perché altrimenti i suoi colleghi non saprebbero come vivere. Ecco qui un caso di scuola: Ilona Staller, la santa patrona dei pitoni, ha girato 41 film, tutti di grande cassetta, ha fatto spettacoli in tutto il mondo, ospitate in Tv, ha pubblicato album e canzoni singole (da Muscolo rosso a Pane, marmellata e me) e continua a produrre sogni erotici e business in gran quantità: davvero ha bisogno dei 3.108 del Parlamento per vivere? «Pensi che il diritto alla pensione me l’ero persino dimenticato», ha dichiarato lei, dicendosi pronta a devolvere tutto in beneficenza («ma solo se lo fanno gli altri»). E allora ripetiamo la domanda che ci ossessiona da qualche tempo: Cicciolina non fa altro che sfruttare una legge, è vero. Ma perché diavolo abbiamo fatto una legge del genere, che ci obbliga a pagare la pensione anche a chi non ne ha assolutamente bisogno, come Cicciolina, appunto o come Eugenio Scalfari (3.108 euro al mese), Luciano Benetton (3.108 euro al mese) o Francesco Merloni (9.947 euro al mese)? Soprattutto: perché quella legge non la abbattiamo all’istante?
In effetti, per quanto ci si possa scandalizzare per la pensione alla Staller, quella legge ci riserva sorprese assai peggiori. Se non altro, infatti, la sexy Ilona almeno 5 anni alla Camera se li è fatti tutti. E poi ha aspettato fino ai 60 anni per incassare l’assegno. Se la sua pensione indigna (eccome se indigna), che dire allora di ex parlamentari che incassano il vitalizio avendo fatto un solo giorno in Parlamento (uno solo, come l’avvocato Luca Boneschi, 3.108 euro al mese pure lui) o che hanno cominciato a riceverlo a 49 anni, come l’ex ministro Alfonso Pecoraro (8.836 euro al mese)? Che dire di ex parlamentari che incassano il vitalizio avendo fatto in Parlamento appena una settimana (come Angelo Pezzana e Piero Craveri, 3.108 euro al mese) o appena 9 sedute (come l’ex leader di Autonomia Operaia Toni Negri, 3.108 euro al mese pure lui)? Che dire di Giuseppe Gambale che iniziò a incassare il vitalizio parlamentare nel 2006, quando aveva 42 anni o di Rino Piscitelli che a 47 anni ha messo in sicurezza per il resto della sua vita un assegno da 7.959 euro al mese? Che dire dell’ex segretario di Rifondazione Franco Giordano, pensionato a 50 anni con 6.203 euro al mese o del leghista Dario Galli che a 51 anni cumula la pensione da senatore, lo stipendio da presidente della provincia di Varese e un gettone da consigliere d’amministrazione Finmeccanica? Che dire di Oliviero Diliberto che ha cominciato a prendere 7.959 euro al mese a 51 anni o di Pietro Folena che ha cominciato a incassarne 8.836 quando ne aveva 50?
Se ci si indigna (e ci si indigna) perché Cicciolina cumulerà la sua rendita da ex parlamentare con gli incassi delle sue attività hard, che dire allora di quelli come Cossutta che cumula i 9.604 euro da ex senatore con la pensione Inps maturata grazie ai benefici della legge Mosca? Che dire di Prodi che cumula la pensione da ex parlamentare con altre due per un totale di 14mila euro al mese o di Giuliano Amato che ai 9mila euro da ex deputato somma 22mila euro come ex professore universitario per un totale di 31mila euro al mese, salvo poi andare in giro a chiedere sacrifici agli italiani? Diciamocela tutta: Cicciolina ha nel suo palmares film che fecero scandalo come Carne bollente, Vogliose insaziabili e Banane al cioccolato….
Ma tutti quegli altri, con rispetto parlando, sono assai più scandalosi di lei.