(…) oggi proseguiamo sul percorso che abbiamo intrapreso ormai da molti mesi, quello dell’approfondimento del tema dell’aborto procurato, che ci vedrà impegnati ancora per alcune trasmissioni. Oggi in particolare approfondiremo l’argomento della possibilità da parte del legislatore di vietare l’aborto, cioè cercheremo di rispondere a questa domanda, che è una domanda di carattere giuridico oltre che di carattere morale: “il legislatore è in grado, può effettivamente vietare l’aborto procurato, oppure si tratta di un’ambizione, di un desiderio, di una prescrizione, magari moralmente fondata, ma sostanzialmente impossibile dal punto di vista giuridico per cui velleitaria, inutile o addirittura dannosa?” Come sapete, conoscete già la risposta a questa domanda perché è stata già più volte anticipata nelle nostre trasmissioni, ed è una risposta coerente tra l’altro con il magistero della Chiesa, che insegna che è compito della società civile, dello stato, intervenire per tutelare il bene comune, in particolare il bene della persona umana, la vita dell’essere umano innocente, e questo dovere dello stato, della società civile, si esplica anche rispetto al tema dell’aborto procurato, per cui in realtà possiamo già anticipare la risposta a questa domanda dicendo che “si, lo stato deve – e non solo può, deve – proteggere la vita dal concepimento, e lo strumento che ha a disposizione per realizzare questo risultato (il principale strumento, non l’unico) è quello di vietare l’aborto procurato con tutte le implicazioni giuridiche che un divieto comporta.
Non sarebbe un vero divieto giuridico, per esempio, un divieto che non fosse accompagnato da una sanzione, cioè dalla punizione minacciata nei confronti di chi dovesse violare quella certa prescrizione. Ora, il tema che affrontiamo oggi, trattato, per chi volesse poi approfondirlo, alle pagine 119, 120 e seguenti del libro “Aborto e 194. Fenomenologia di una legge ingiusta”, che ho scritto qualche anno fa e che stiamo utilizzando come strumento, come sussidio nelle nostre trasmissioni. Ecco, questo tema, che è sempre valido, sempre fondamentale nelle discussioni sul diritto alla vita e nelle discussioni sulla bioetica, è un tema che oggi, in questi giorni, è particolarmente ancor più attuale perché abbiamo avuto un caso in Europa, del quale parleremo tra poco, una nazione, in particolare, nella quale il Parlamento ha votato una legge totalmente contraria all’aborto procurato, cioè una legge che avrebbe ripristinato in quel Paese una situazione giuridica sull’aborto procurato conforme al diritto naturale, cioè conforme a quella legge naturale di cui tante volte abbiamo parlato nelle nostre trasmissioni. E mi sembra non soltanto utile, ma indispensabile, dedicare una puntata del nostro programma a questo argomento, perché si tratta di un evento certamente in controtendenza, certamente imprevedibile, diremmo provvidenziale, straordinario, se lo si colloca nel contesto purtroppo più generale del mondo in cui viviamo, oggi nel 2011.
Stiamo dicendo che in un paese dell’ Europa, dell’Unione Europea, un Parlamento ha messo ai voti (poi vedremo tra poco come sono andate le cose), ma comunque ha messo ai voti una legge integralmente giusta – giusta – non una legge come si dice oggi imperfetta, una legge di compromesso, ma una legge giusta che avrebbe vietato l’aborto procurato. Questo paese è la Polonia e partendo dal fondo, cioè partendo dall’esito della votazione, purtroppo dobbiamo dire che le cose non sono andate bene, ma l’esito della votazione è in realtà anch’esso molto interessante e può essere – nonostante la sconfitta – un motivo di speranza. Perché? Cosa è successo? E’ successo che il Parlamento – uno dei due rami, la Camera Bassa per la precisione del Parlamento di Varsavia – ha messo in votazione questa legge che avrebbe abolito la legge attualmente in vigore in Polonia che permette di abortire fino alla 24^ settimana in presenza di una serie di condizioni; quindi la legge in vigore in Polonia (poi lo vedremo meglio) è una legge restrittiva rispetto alle altre leggi abortiste. Rispetto alla 194 vigente in Italia di cui spesso parliamo – non c’è paragone! – la legge polacca è molto più restrittiva. D’altra parte, noi lo abbiamo detto molte volte e prendiamo l’occasione per ribadirlo anche questo pomeriggio, sempre di legge ingiusta si tratta; quindi la legge in vigore in Polonia è meno peggio della legge in vigore in Italia di un bel pezzo, anzi, è probabilmente tra le leggi abortiste la meno permissiva, ma resta una legge gravemente ingiusta perché permette l’aborto procurato, seppure in certe condizioni.
Il Parlamento polacco – la Camera Bassa – ha quindi messo in votazione una legge che avrebbe abrogato l’attuale legge permissiva rendendo l’aborto sempre vietato. Questa proposta di legge buona, giusta, non è passata. Ma – attenzione! – non è passata con una votazione che ha visto i contrari essere 191, i favorevoli 186, uno scarto di 5 voti e, tra l’altro, ci sono stati in Parlamento proprio 5 astenuti. Inoltre erano assenti in aula 78 deputati. Quindi, in pratica, che cosa stiamo dicendo? Stiamo dicendo che in questo paese, che è la Polonia, un paese che è stato per lunghi anni sotto il tallone comunista e che ha ereditato le leggi abortiste prima dal nazismo, quando il territorio polacco era stato smembrato ed era finito anche sotto il tallone nazista e poi, con l’avvento del regime comunista, una nuova legge sempre permissiva nel campo dell’aborto procurato, ecco questo Paese nel 2011 ha visto il Parlamento occuparsi di una normativa che avrebbe vietato l’aborto procurato, una normativa che era stata portata in Parlamento attraverso una iniziativa di tipo popolare che adesso andremo a vedere meglio da vicino. Comunque, la notizia dalla quale partiamo oggi è che in Polonia qualcuno voleva vietare l’aborto in tutti i casi, voleva introdurre una legge giusta, non c’è riuscito, ma è stata respinta questa legge con uno scarto di voti piccolissimo, il che fa sperare che questo Movimento per la vita che si è creato in Polonia, sia anche dal punto di vista politico tutt’altro che finito definitivamente, anche per una serie di motivi che vedremo fra poco.
Prima osservazione. In Polonia questa legge – dicevamo –è stata promossa da una iniziativa popolare. Questa iniziativa popolare, secondo le leggi vigenti in Polonia, richiede che una legge possa essere presentata in Parlamento se appoggiata da 100.000 firme. Con 100.000 firme si può presentare una proposta di iniziativa popolare; ne sono state raccolte sei volte tante, quindi il Movimento per la vita – la Fondazione PRO si chiama – che è una associazione per la vita polacca, ha raccolto più di 600.000 firme. In gran segreto, con poco battage pubblicitario e molta riservatezza. Per quale ragione? Perché bisognava sottrarsi alle controffensive di quel fronte abortista che opera con una regia che ha la sua sede certamente lontano dalla Polonia, in nazioni che invece vogliono promuovere nel mondo l’aborto libero, sicuro e gratuito. Questo è lo schema che è tipico di molti organismi internazionali potentissimi e ricchissimi, che vogliono diffondere nel mondo la cultura della morte, che sono al servizio di un progetto diabolico di uccisione dell’innocente, e per questa ragione questa Fondazione PRO ha raccolto con discrezione queste 600.000 firme, un numero veramente rilevante.
In Polonia, come dicevamo, l’aborto procurato esisteva da molti decenni perché era stato introdotto da più di 70 anni durante il periodo dell’ occupazione nazista, e poi era stato anche mantenuto per iniziativa dei governi comunisti che si sono succeduti dopo la fine della seconda guerra mondiale. Quindi, c’è da aggiungere anche questo particolare di carattere storico-culturale per i polacchi. Per i polacchi l’aborto è qualche cosa che non è patriottico, qualche cosa che viene imposto dall’esterno, che viene imposto da ideologie che non hanno nulla a che vedere con la tradizione, con la cultura polacca. Del resto questo Paese è un Paese che è stato per lungo tempo dilaniato, è stato per lungo tempo oppresso da opposte direzioni. C’è una scena molto bella del film dedicato alle fosse di Katyn, un episodio storico e tragico, che si riferisce alla eliminazione, da parte dei comunisti, di tutti gli ufficiali dell’esercito polacco; venne azzerata l’intellighenzia, la cultura, la migliore cultura e tradizione militare polacca perché gli ufficiali polacchi vennero tutti uccisi, vennero freddati, fatti sparire in quelle fosse a Katyn (tra l’altro tentando poi di gettare la colpa di questo eccidio addosso ai nazisti, nazisti che invece in questo caso erano del tutto estranei a questo fatto, e per molti decenni invece l’eccidio delle fosse di Katyn fu erroneamente attribuito ai nazisti). Bene, c’è una scena del film, la scena iniziale del film che è stato di recente dedicato proprio a questa vicenda, nella quale si vede la popolazione dei polacchi in fuga, la gente comune, i civili che scappano su un ponte e scappano purtroppo chi in una direzione e chi in un’altra e si scontrano su questo ponte perché fuggono in direzioni opposte: gli uni fuggono dall’avanzata dell’esercito nazista, gli altri fuggono dall’avanzata delle truppe dell’ armata rossa.
Questa immagine rappresenta bene quello che è capitato alla Polonia e rappresenta bene, in termini figurati, anche quello che sta accadendo oggi al mondo e all’ Europa stessa, che è aggredita – la nostra civiltà cristiana, noi cattolici, siamo aggrediti da due diverse tendenze che si sono manifestate scatenate nel ‘900: tendenza che ormai, come dire, langue ed è quella di derivazione materialista-marxista, l’altra invece di derivazione liberale, di derivazione (come dire) libertaria, quindi che sembra del tutto alternativa al comunismo, al marxismo, in realtà queste due tendenze culturali si ripercuotono poi all’interno della riflessione bioetica perché, pur con argomenti e partendo da posizioni opposte, giungono e sono giunti alle stesse conclusioni: l’aborto deve essere consentito, è un diritto della donna…. l’eutanasia è una soluzione (anzi, è la soluzione) quando una persona soffre… la contraccezione per tutti, e così via (non stiamo a ripetere cose che abbiamo già detto tante volte).
Quindi, in modo figurato ci troviamo un po’ tutti come i polacchi su quel ponte scappando per sfuggire a delle minacce che purtroppo invece richiedono che si sia in grado di affrontarle con coraggio, come è avvenuto in Polonia con questa iniziativa da parte di questa Fondazione PRO che ha raccolto le firme e dobbiamo dire – altra osservazione interessante anche per noi italiani, anche per noi studiosi di bioetica qui in Italia: – Come ha fatto questa Fondazione PRO a raccogliere 600.000 firme in poche settimane? L’ha fatto con l’appoggio convinto, senza tentennamenti e senza tatticismi, della Chiesa cattolica polacca. La Chiesa cattolica che è in Polonia ha da subito sposato questa battaglia per la vita, non si è lasciata tentare a una difesa di retroguardia della legge esistente, magari dicendo: “Bè… ma questa legge, tutto sommato, è una buona legge… si tratta solo di applicarla bene nelle sue parti positive… meglio questa legge che una peggiore…. Abbiamo una legge migliore che in tutti gli altri Paesi, quindi non contrastiamola sennò rischiamo che venga peggiorata…”
Ecco, tutti questi ragionamenti i Vescovi polacchi non li hanno proprio fatti, non li hanno minimamente fatti. Hanno lanciato in maniera chiara, netta, pubblica, la Chiesa in questa battaglia, e il Cardinale di Cracovia, l’arcivescovo Stanislao Vivic – che è stato per molti anni segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II- ha dichiarato, parlando a un settimanale cattolico, leggo virgolettate le parole del Cardinale Vivic: “La Chiesa insegna chiaramente che i cattolici sono obbligati a non coprire il compromesso attuale, ma a puntare alla protezione totale della vita”. Quindi vedete che questa frase proprio non ha bisogno di glossa, d’interpretazioni, non si presta a zone grigie, a sfumature, ma è cristallina, limpida: “La Chiesa insegna chiaramente che i cattolici sono obbligati a non coprire il compromesso attuale, ma a puntare alla protezione totale della vita”. Cioè la legge in vigore, una legge di compromesso che fu fatta già dopo la caduta del comunismo, è una legge che migliorava una situazione precedente, ma era e resta una legge ingiusta. Una legge di compromesso, e le leggi di compromesso non sono mai una cosa buona, una cosa giusta! E’ inutile che su questi temi, che non sono argomenti negoziabili – non sono temi negoziabili secondo una espressione coniata proprio da Benedetto XVI, per cui, dice l’autorevole arcivescovo di Cracovia: “I cattolici sono obbligati a puntare alla protezione totale della vita”. Quindi poi, sempre virgolettato, il giudizio del l’arcivescovo di Cracovia che “la legge in votazione alla Camera Bassa è una soluzione che la Chiesa invoca, e io appoggio ogni sforzo mirante a incrementare la protezione della vita umana”. Quindi, messaggio chiaro e netto, che spiega anche il successo di questa petizione, di questa proposta di iniziativa popolare, e in uno scenario che presenta interessanti analogie con lo scenario italiano. Cioè, dove sta l’analogia? L’analogia sta nel fatto che anche nel nostro caso, e non solo nel caso italiano, esistono leggi di argomento bioetico che sono leggi (nella migliore delle ipotesi) di compromesso. La 194 non è una legge di compromesso, è una legge totalmente uccisiva, checché se ne dica – ma alcuni la intendono una legge di compromesso, dicono che poteva essere peggiore, certamente al peggio non c’è mai limite, ma non è una legge di compromesso. Ci sono altri casi, come per esempio la fecondazione artificiale, dove abbiamo una legge (la legge 40 del 2004) che è una legge cosiddetta di compromesso.
Bene, qui il messaggio che viene fuori – molto chiaro, molto forte – è che bisogna battersi per il superamento delle leggi di compromesso, e questo impegno morale non può mai essere disatteso, rimane sempre valido, rimane sempre cogente per le coscienze rettamente formate. La legge in vigore in Polonia, di cui stiamo parlando, quella attuale – non la legge che è stata bocciata dal Parlamento che era stata sostenuta anche dalla Chiesa cattolica – quella in vigore adesso che quindi è rimasta, è una legge che consente l’aborto procurato nel caso di difetti gravi diagnosticati al nascituro, nel caso di serio pericolo per la vita della madre e – terza ipotesi – nel caso di gravidanze che siano l’esito di attività illegali ( espressione questa ambigua che comunque abbraccia i casi di violenza, di incesto, e, per esempio, anche di gravidanze di adolescenti). Allora questa normativa presenta evidentemente un approccio più restrittivo della legge 194. Quindi, facendo una comparazione di tipo proporzionalistico (molti ascoltatori ricorderanno che il proporzionalismo è una dottrina morale erronea, molto diffusa purtroppo oggi, secondo la quale si possono giudicare i comportamenti non come giusti, come cattivi, come falsi, come sbagliati o corretti, cioè secondo un criterio obiettivo, ma secondo una scala di proporzionalità. Quindi: meno peggio, un po’ meglio, un male minore, eccetera. Secondo una comparazione proporzionalista, è evidente che questa legge è meno peggio della legge 194. Questo lo si può evincere anche dai numeri che riguardano l’applicazione della legge sull’aborto in Polonia perché noi avevamo durante la vigenza della legge fatta dai regimi comunisti – che era una legge permissiva simile alla nostra attuale – avevamo circa 80.000 aborti all’anno fatti secondo la legge (questo è un dato per esempio del 1989: 82.000 aborti) che sono scesi – pensate! – nel 2008 con la legge attualmente in vigore (ingiusta, ma restrittiva) a circa 500. Quindi, da 82.000 siamo scesi a 500 nel 2008. 500 in un anno! Se volete avere un raffronto comparativo tenete presente che in Italia ci sono circa, a norma di legge, 125/130.000 aborti all’anno secondo la 194. 125 mila, mentre parliamo di 500 in un anno in tutta la Polonia!!!
Quindi, questo ci fa capire che le proporzioni del fenomeno si sono fortemente ridotte. Anche questo dato è molto interessante, cari ascoltatori, e credo che non sfuggirà alla vostra attenzione, alla vostra intelligenza: di fronte a una diminuzione del fenomeno in termini quantitativi, che vede passare la pratica abortiva da più di 80.000 aborti a 500; quindi è un decremento in termini percentuali enorme, positivo!
Di fronte a questo decremento la Chiesa cattolica polacca e i movimenti per la vita polacchi non hanno detto: “Bè, abbiamo debellato l’aborto, lo abbiamo ridotto ai minimi termini… quindi vuol dire che la legge funziona… quindi vuol dire che questa legge è meglio tenersela… facciamoci dare un po’ di finanziamenti, un po’ di soldi per aiutare le donne, ma nessuno metta in discussione la legge che ha dimostrato di funzionare bene…” Non è stato detto nulla di tutto questo, ma si sono raccolte 600.000 firme per fare che cosa? Per salvare la vita il prossimo anno anche a quei 500 nascituri che probabilmente – se le statistiche vengono confermate – tendenzialmente saranno di nuovo vittime dell’aborto di stato. Quindi, la logica non è quella “Bè, ne abbiamo salvati tanti…possiamo anche accettare di perderne pochi”, la logica è: “uno stato non può autorizzare, realizzare, finanziare, permettere impassibilmente senza fare nulla , che vengano uccisi anche 500 innocenti; non importa se sono molti di meno di quelli che precedentemente erano vittime di questa pratica.
Quindi, uno scenario interessantissimo sul quale c’è da fare una bella riflessione, dobbiamo farci tutti quanti un bell’esame di coscienza, scenario che descrive se volete anche la pecularietà di un popolo, di una tradizione, di una cultura fortemente radicata nel cattolicesimo, comunque sul groppone (se mi passate il termine) con sul groppone decenni di comunismo realizzato! E poi adesso, non fingiamo di non sapere, di non immaginare, che gli elementi negativi del mondo occidentale consumistico certamente sono arrivati, stanno arrivando in Polonia e, quindi, non è che stiamo parlando del paradiso terrestre, è una nazione del 2011 con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue peculiarietà e la sua storia; ma con mondo cattolico, con un mondo pro-life che fa questa battaglia coraggiosa di principio – non una battaglia di carattere politico nel senso politicante del termine nel senso del compromesso – fa una battaglia di principio; tra l’altro avendo anche valutato ( perché questo va aggiunto) avendo anche valutato evidentemente i numeri , come dice il Vangelo quando parla delle battaglie, dice “fai una battaglia… valuta bene le energie che hai, le forze da mettere in campo, affinchè poi non ti ritrovi a malpartito senza esserti preparato adeguatamente”. Anche i sondaggi demoscopici che sono stati fatti in Polonia nel giugno di quest’anno danno dei numeri impressionanti: il 65% dei polacchi è favorevole, senza alcuna eccezione, alla tutela, alla protezione della vita umana dal concepimento. Quindi, 65 polacchi su 100!!! E’ esattamente il contrario dei numeri che l’Italia mise in campo nel referendum del 1981 quando ci furono circa 32, 33 italiani su 100 che votarono per l’abrogazione (parziale peraltro!) della 194 e ci furono il 66/67% degli italiani che votò per il mantenimento della legge 194. Ed eravamo nel ’81… chissà oggi! Chissà oggi che cosa sarebbe accaduto!!!
Quindi in Polonia abbiamo anche una popolazione, soprattutto tra i giovani, contraria all’aborto, perché la percentuale sale al 76% di favorevoli alla tutela senza eccezioni della vita prenatale se si passa alla fascia di età tra i 15 e i 24 anni. Quindi tutti dati interessanti, tutti dati che si presentano con forza alla nostra riflessione.
Dunque, cari ascoltatori, abbiamo sentito fin qui quali sono gli elementi anche delle forze in campo dal punto di vista dell’opinione pubblica. Cioè questa legge , non solo è stata portata avanti con convinzione dalle associazioni per la vita, non solo è stata sostenuta con forza e senza tentennamenti dalla Chiesa che è in Polonia, ma godeva e gode anche di un consenso popolare schiacciante e maggioritario. Come mai non è passata la legge? Bè, perché chiaramente il nemico per eccellenza non dorme mai, quindi non ha dormito nemmeno questa volta attraverso gli strumenti che lavorano per lui in questa guerra di cui parla Giovanni Paolo II fra la cultura della vita e la cultura della morte (nelle prime pagine dell’ enciclica ‘Evangelium Vitae’ del 1995), il nemico non dorme mai. Noi siamo in mezzo a questa guerra, questa battaglia; tutti siamo chiamati a giocare la nostra parte senza tentennamenti, senza fughe, senza malinconie, senza pessimismi- perché il pessimismo è il più grande alleato del nostro nemico e quindi va combattuto e va scongiurato sempre nella vita con tutti i mezzi perché altrimenti diventiamo preda di ciò che il nemico vuole farci fare .
Allora, proprio a partire da questa consapevolezza, in Polonia c’è stata una mobilitazione eccellente per la vita, fatta come si deve, ma nel mondo non sono rimasti a guardare e quindi sono state esercitate delle pressioni fortissime che già da anni vengono attuate nei confronti della Polonia, che già è nei rapporti di molte diplomazie, di molte agenzie internazionali, è nel libro nero di questi rapporti perché già la legge attualmente in vigore – che è iniqua ma è restrittiva (abbiamo visto: 500 casi in un anno)- questa legge è già considerata barbara. Perché barbara? Perché la civiltà si misura appunto quanto più si rende libero l’aborto in una nazione secondo la cultura dominante oggi purtroppo all’est, all’ovest, al nord e al sud, ormai non ci sono più purtroppo distinzioni quando si tratta di promuovere l’uccisione degli innocenti.
Quindi, partendo da queste pressioni, più o meno occulte, è chiaro che si spiega perché una legge che ha il consenso della maggioranza dell’opinione pubblica poi non riesce ad essere approvata per pochissimi voti, anche perché il principale partito di governo, che ha una strana denominazione, si chiama “Piattaforma civica” e che esprime in questo momento, sia il primo ministro Tusk, che il presidente della repubblica Komoriwski, ecco, questo partito “ Piattaforma civica” che cosa ha fatto? Che non è un partito di sinistra in senso tradizionale, è tuttavia un partito che sulle questioni di cui stiamo parlando ha posizioni libertarie, ha posizioni radicali, e quindi ha imposto a tutti i suoi membri di votare contro questa legge, e quindi a favore del mantenimento di quella attuale.
Pensate che addirittura 15 parlamentari, che non hanno accettato quest’ordine, sono stati multati, hanno dovuto pagare una multa di 240 euro (che hanno pagato molto volentieri ovviamente, perché… sono multe che fanno onore a chi le paga, queste!) hanno pagato 240 euro di multa per avere votato in contrasto con le direttive del partito a favore di questa legge che tutela la vita e che vieta l’aborto.
Che cosa avrebbe stabilito la legge che è stata bocciata? Avrebbe stabilito che i dottori che avessero praticato l’aborto, in tutte le varie ipotesi in cui si poteva verificare, avrebbero rischiato fino a tre anni di carcere, estensibili fino a otto anni quando l’aborto fosse stato praticato in una età gestazionale che avrebbe consentito al feto la sopravvivenza. Quindi questa circostanza aggravante; in ogni caso la legge puniva(la legge che poi non è stata approvata) puniva i medici, mentre non stabiliva sanzioni per le donne coinvolte nell’aborto procurato.
Questa era la scelta fatta dal legislatore, questa la scelta che è stata bocciata dal Parlamento polacco. Questa scelta però conferma e risponde a quella domanda originaria che ci siamo fatti all’inizio della nostra puntata, e cioè: “Si può fare una legge che sia giusta, che non sia iniqua o che non sia di compromesso, sull’aborto procurato? E’ tecnicamente possibile? Uno stato può farla approvare oggi come oggi, o è un qualcosa che ormai dobbiamo dimenticarci e collocare soltanto nei libri di storia del diritto?” Il caso polacco dimostra che per cinque voti quello che stavamo dicendo non si è verificato.
Certo bisogna chiedersi che cosa sarebbe accaduto politicamente, nel mondo internazionale, nelle associazioni, negli organismi internazionali, all’indomani dell’approvazione di questa legge in Polonia, chissà quale mobilitazione si sarebbe verificata per far ottenere un cambiamento di rotta ai polacchi! Per mettere in cattiva luce la nazione polacca che avrebbe vietato senza eccezioni l’aborto procurato. D’altra parte ci sono già dei frutti pratici di tipo politico a questa offensiva pro-life perché questa è – passatemi il termine un po’ preso in prestito al linguaggio militare – una evidente controffensiva per la vita, è un’azione di attacco, non è un’azione difensiva, cioè non è mettersi in trincea per… “bè, cerchiamo di difendere la legge che abbiamo per paura che ne arrivi una peggiore….” Questo è, calcisticamente parlando, il catenaccio: “ci mettiamo tutti in difesa, cerchiamo di non prendere goal”; qui invece i pro-life e la Chiesa in Polonia hanno giocato all’attacco, hanno detto: “No, non soltanto abbiamo una legge che non è tutta da buttare via, ma noi ne vogliamo una giusta! Noi ne vogliamo una integralmente rispettosa della vita nascente! Noi non siamo qui per coltivare il compromesso e per insegnare anime, alle coscienze delle persone, a convivere con il compromesso, ma siamo qui per insegnare la verità e per aiutare le anime a vivere bene, a conoscere il bene e il vero e con l’aiuto di Dio a viverlo, anche con l’aiuto delle leggi giuste dello stato della società civile, per difendere gli innocenti che non si possono difendere da soli. Per dare un segnale forte che aiuti le donne che hanno dei dubbi, che hanno delle perplessità, che sono in crisi,un segnale forte anche da parte dello stato che dice: ‘No, guarda che questo è un delitto! Questa azione, questa condotta, è un delitto, non farlo!’ “
E’ chiaro che – dicevo – questa offensiva ha già portato dei risultati anche se ha mancato nel conseguimento dell’approvazione della legge. Quali sono questi risultati? Che la sinistra, il partito di sinistra polacco, la cui sigla è SLD (non chiedetemi di leggere la denominazione polacca perché purtroppo il polacco per quanto mi riguarda non è una lingua facile), comunque questa sigla SLD (che a me ricorda un po’ le droghe artificiali, ma in realtà l’ LSD non c’entra niente), è il partito della sinistra polacca, e che cosa ha fatto? Quando ha appreso di questa iniziativa per la vita, anche lui ha lanciato una controffensiva. Ha detto: “Dobbiamo fare una legge più permissiva”, e ha presentato in parlamento una legge che avrebbe permesso di abortire fino alla 12^ settimana senza alcun requisito specifico, il cosiddetto aborto su richiesta; che è quello che c’è in Italia – tanto per intenderci – fino al 90° giorno.
Volevano avere una “194”… quella legge che secondo alcuni anche dei nostri ambienti sarebbe una buona legge (tanto per dire su che pianeta diverso stiamo muovendoci!) Allora in Polonia il partito della sinistra dice: “Facciamo una 194 anche noi!” La portano in votazione in parlamento (insieme a… provvedimenti per la diffusione della contraccezione… per la diffusione della educazione sessuale nelle scuole..) . Il Parlamento boccia questa legge con 369 voti contrari e con soltanto 31 favorevoli. Ora voi capite bene che questo scenario è la smentita di quella tesi per cui un’azione decisa, forte, convinta, di bandiera sui principi, porta danno. Questa è una tesi che spesso viene posta da chi ha una visione più politica, più compromissoria dell’azione politica, e viene opposta a chi ha una posizione più ideale, più idealista. Si dice: “ma tu, con queste rivendicazioni di principio, danneggi quel poco di buono che ancora si può ottenere… sei di danno…. sei addirittura controproducente con le tue battaglie di principio!!!” Qui abbiamo visto che è esattamente il contrario, perché è vero che la legge non è passata – per soli cinque voti, ripeto, la legge buona non è passata – ma una legge molto peggiore è stata travolta. Il che vuol dire che queste iniziative creano cultura, creano un clima per cui anche i parlamentari che non hanno voluto votare una legge giusta, però si sono ben guardati dal peggiorare la legge già esistente. Anche questo è un segno di carattere politico estremamente interessante.
E poi, per concludere prima di arrivare alle vostre telefonate, un’altra osservazione che riguarda la cultura della vita, il mondo pro-life. Che cosa intende fare il mondo pro-life polacco, adesso dopo che questa proposta di legge è stata bocciata? Purtroppo è stata bocciata… che cosa fare? C’è un appuntamento politico importantissimo in Polonia fra trenta giorni: ci sono le elezioni politiche. Quindi a noi non interessa, né abbiamo la competenza per fare una valutazione politica, qui ci occupiamo di bioetica, ma certamente la bioetica ha a che fare con la cosiddetta biopolitica (espressione che non amo), cioè con le scelte poi giuridiche che si adottano nei parlamenti sulle questioni di bioetica. Quindi c’è una pertinenza tra la riflessione bioetica e l’ambito politico, sebbene le due realtà non si identificano, non si sovrappongono.
Allora sentite che cosa hanno intenzione di fare quelli della Fondazione PRO, che è la fondazione che di comune accordo con la Chiesa che è in Polonia, ha raccolto le firme per una legge giusta che vietasse l’aborto sempre. Dice una delle riviste di questa associazione : “Cosa faremo in vista delle elezioni del 9 ottobre?” Leggo quello che questa pro-life polacca ha dichiarato: “Per ognuno di coloro che appoggiano l’uccisione dei bambini (stiamo parlando dei bambini non-nati, quindi dell’aborto) prepareremo un banner (che è uno strumento informatico su internet) che li ritrae accanto a un bimbo abortito e una scritta che dice che il tal personaggio politico approva tale procedura. Vogliamo infatti essere certi che il prossimo parlamento rifletta l’opinione che i cittadini hanno dell’aborto, per cui – stando alle statistiche del Centro di ricerche sull’opinione pubblica – l’80% dei polacchi si oppone”.
Allora perché cito questo tipo di iniziativa? Perché anche qui noi vediamo quanto coraggio e quanta determinazione ci sia in queste persone che si battono per la vita. Direi anche quanto rigore, perché qui si tratta in fondo di mettere la faccia dei politici che sono a favore della legalizzazione dell’aborto vicino agli ‘effetti’ dell’aborto stesso. Quindi anche, devo dire, con una scelta forte, magari anche urtante rispetto a certe sensibilità, e tuttavia una scelta che fa capire che quando si vuole combattere per la vita degl’innocenti, è chiaro che si deve essere disposti anche a scelte coraggiose, a scelte controcorrente.
Bene, cari ascoltatori, abbiamo messo insieme molti fatti innanzitutto quest’oggi, magari meno riflessione teorica che avrei voluto sviluppare, ma il tempo non ce lo ha permesso, e allora fermiamoci a riflettere sulle cose che abbiamo detto finora. Approfondiamole anche con l’aiuto delle vostre domande sull’argomento.
Domande degli ascoltatori
D.- Sono Valeriana da Torino. Vorrei fare una sottolineatura. Si va a caccia del male minore. Il male minore ci sta portando alla Babele perché non si conclude nulla… a furia di male minore distruggiamo tutti i valori. Per non alzare troppo i conflitti perché poi si entra in collisione con gli altri, abbassiamoli un po’ tutti così andiamo d’accordo… Questo no, questo non fa nulla perché annulliamo ognuno noi stessi con la propria idea… dimodochè tutti sono insieme, però nessuno è se stesso. Per essere me stessa, non è che debbo abbassare i conflitti, certo devo andare d’accordo e rispettare l’altro, però ….mi ha capito il nocciolo?
R.- Certo, grazie. Riprendo proprio questo spunto estremamente interessante, su cui forse varrà la pena di fare ameno una vera e propria trasmissione, ma almeno in sintesi il tema per cui le cose che ci siamo detti anche oggi vengono alle volte taciute, o vengono tradite, o vengono modificate in vista, si dice, di evitare i conflitti, di evitare le rotture, le divisioni, la divisione nella comunità. Perché poi ovviamente lo stato confusionale ( per non dire l’errore su questi temi) ovviamente non è fuori dalle mura del mondo cattolico, ma attraversa lo stesso mondo cattolico con tutte le difficoltà che periodicamente, quotidianamente, il Santo Padre deve incontrare, deve affrontare per tirare le redini di quei cavalli che vanno un po’ da tutte le parti quando su questi temi vengono fatte magari dichiarazioni ambigue o non viene fatto alcun tipo di dichiarazione o di insegnamento. Certo, è vero che esiste il problema della carità e della verità insieme, quindi nessuno può pensare di essere testimone della verità di cui stiamo parlando, del valore della vita umana nascente, se fa tutto questo senza carità, senza amore nei confronti del prossimo, anche del prossimo che sbaglia, o utilizzando un metodo, uno stile, un linguaggio che esprime odio; e quindi questo problema è un problema vero, un problema reale con il quale uno si deve misurare continuamente. Non bisogna odiare nessuno, ma non bisogna amare idee, affermazioni e antiprincipi che sono oggettivamente sbagliati, anzi bisogna denunciare il male, e denunciare il male è già una forma grande di carità. Quindi, questo certo talvolta è un equilibrio difficile, talvolta si può mancare di questa necessaria carità, ma non è certo in nome della carità che si deve tacere la verità su questi argomenti.
D.- Sono Giancarlo dalla provincia di Cremona. La ringrazio per avere parlato della Polonia. Io credo di conoscere bene la gente polacca perché metà della mia famiglia è polacca, i miei figli sono polacchi. Non mi sono stupito di questa votazione perché il popolo polacco ha un’altissimo senso della vita ma allo stesso tempo ha un’altissimo senso della morte e su queste due cose si gioca il futuro della nazione polacca e il popolo ne ha pienamente coscienza. Una sottolineatura. Lei ha detto che il banner è uno strumento informatico, è molto di più. Le spiego: io lavoro in quel settore. Il banner è uno striscione tipo quelli che vedete che pubblicizzano un film vicino ai cinema attaccati ai lampioni; quindi tutti vedranno la faccia di questi onorevoli, e questa è una grossa cosa che secondo me andrebbe fatta in Italia. E la domanda: “Lei ha sottolineato energicamente che la Chiesa polacca non si è posta né se né ma, ma perché, vediamo… lei è convinto che la Chiesa italiana gioca su queste domande?
R.- Grazie di quello che ha detto sul banner perché questo amplifica davvero centomila volte l’efficacia di questa iniziativa che, quindi, non è rivolta solo a chi viaggia su internet, ma di fatto avremmo potuto dire dei manifesti in piena regola ben fatti che faranno vedere questi faccioni non per dire “votateli”, ma per dire: “Guardate che questi parlamentari sono stati o sono a favore della legge sull’aborto”. Quindi questa è senz’altro una informazione importante e chissà che non si riesca ad avere qualcosa di simile anche dalle nostre parti. L’altra domanda mi pare che già evidenzi una sua malizia interiore, cioè contiene un’allusione , come dire: “Certo che là è successo questo, altrove non sembrano accadere le stesse cose”. Ma noi possiamo parlare sempre dei fatti. Dobbiamo osservare che nella storia- lo abbiamo già detto altre volte in queste trasmissioni i n relazione anche al mondo cattolico – nella storia anche recente del nostro Paese, è chiaro che ci sono stati dei problemi, anche all’interno del mondo cattolico, anche quando si è trattato di prendere delle posizioni forti, anzi soprattutto quando si è tentato di prendere delle posizioni forti su questi temi.
Ovviamente ciò non ha mai toccato, nemmeno sfiorato, la chiarezza, la lucidità, la linearità, dell’insegnamento della Chiesa, del magistero sull’argomento. Ben diverso è il passaggio di questo magistero attraverso gli uomini, attraverso i cattolici, cioè non sempre questo magistero è stato annunciato da tutti con la stessa solidità, con la stessa chiarezza, e quindi quando si è trattato in Italia, ad esempio, di raccogliere (…) (manca parte di registrazione) … anche oggi, perché altrimenti noi non ci troveremmo in una società ampiamente scristianizzata, secolarizzata, favorevole a tutte queste pratiche: aborto chirurgico ma anche quello chimico, alla pillola dei cinque giorni dopo… cioè questo disastro è chiaro che ha tante cause, ha tante responsabilità, tra le quali certamente anche le pavidità , i silenzi, le scelte magari in alcuni casi di non trattare questi argomenti, di fare finta che non ci siano, ha avuto e avrà ancora la sua importanza. Speriamo, preghiamo, che questi tradimenti, questi silenzi, questi imbarazzi vengano messi da parte da tutti, vengano scongiurati e che la nostra testimonianza – come dicevamo prima – sia sempre all’insegna della carità ma anche della verità tutta intera, sui temi della vita come sui temi della dottrina, più in generale del dogma cattolico.
D.- …. Ho ascoltato la sua conversazione sull’aborto. E’ un problema che mi ha sempre coinvolto (…) però io ritengo che in questo particolare momento, oltre che essere così paladini della difesa della vita, si debba sopratutto puntare anche sull’educazione sessuale dei giovani e concordare quale educazione: quella di mettere – che so – i preservativi davanti alla scuola, eccetera. Queste cose avvengono, e vengono enunciate, oppure è molto importante invece parlare di rispetto, di amicizia, del valore dell’innamoramento e di tutta una serie di cose (…)
R.- Ha fatto un intervento molto interessante e la ringrazio. E’ del tutto evidente che quello che lei dice è molto sensato e che non ci può essere difesa della vita senza una riscoperta dell’affettività e del rapporto uomo-donna, così come peraltro la Chiesa ha sempre continuato a insegnare. Anzi, direi che c’è un rapporto, c’è un nesso di causa-effetto, che proprio da un punto di vista anche cronologico – diciamo – che prima di trovarci di fronte al problema dell’aborto procurato è perché c’è una concezione della sessualità disastrosa, oggi, una concezione, una prassi spaventosa, alimentata dopo la rivoluzione sessuale del ’68, e non solo del dopo ’68, alimentata da generazioni di adulti dissennati, essi stessi passati attraverso la rivoluzione sessuale del’68, che a loro volta sono diventati genitori, e quindi, insomma, il mondo che viviamo oggi, perché non è poi che ci vogliano delle qualità divinatorie particolari per vedere come siamo messi male. Quindi lei ha ragione nel dire che bisogna ricominciare da qui; l’importante è che tra questi due campi di azione non ci sia contraddizione. Io non userei neanche l’espressione ‘educazione sessuale’ perché purtroppo essa rimanda proprio a quel disastro a cui lei ha fatto allusione, quindi alla banalizzazione della sessualità ridotta a genitalità, a invitare i ragazzi ad avere queste esperienze sempre più precocemente, eccetera, eccetera, eccetera.
Quindi non c’è contrapposizione, nello stesso tempo l’una non deve offuscare l’altra; quindi, un conto è dire che dobbiamo educare e un conto è dire che, siccome dobbiamo educare, allora non dobbiamo parlare dell’aborto o contro l’aborto. Bisogna fare tutt’e due queste cose, anche perché noi incontriamo esseri umani che ormai sono dentro un percorso di vita che hanno già iniziato e quindi noi stiamo parlando e magari ci ascolta anche chi purtroppo ha vissuto male questo grande dono che è l’affettività e adesso però si trova con questa tentazione. Quindi noi dobbiamo quantomeno essere testimoni della verità per tutti, comunque si trovino, dando a tutti una parola di speranza, sapendo bene che bisogna cominciare dall’inizio, dall’educazione che si fa nei confronti dei bambini, dei fanciulli. Su questo siamo d’accordo, questa Radio credo sia un ottimo strumento a 360 gradi, proprio per fare tutto questo.
D.- Mi chiamo Marco e parlo da Milano. Volevo fare una citazione di Giovanni Paolo II a Bergamo e volevo sapere da lei che cosa ne pensava in merito, soprattutto in merito alla Polonia, a questa decisione della Chiesa polacca che forse trova in questa radice una spiegazione. Era a Bergamo, proprio pochi giorni dopo l’approvazione della legge 194. Citazione: “Se è lecito togliere la vita a un essere umano quando esso è più debole, totalmente dipendente dalla madre, dai genitori, dall’ambito delle coscienze umane, allora si ammazza non soltanto un uomo innocente, ma anche le stesse coscienze, e non si sa quanto largamente, quanto velocemente, si propaghi il raggio di quella distruzione delle coscienze, sulla quale si basa prima di tutto il senso di umano della cultura e del progresso dell’uomo. Se accettassimo il diritto dell’uomo di togliere il dono della vita all’uomo non ancora nato, riusciremmo poi a difendere il diritto dell’uomo alla vita in ogni altra situazione? Riusciremmo a fermare il processo di distruzione delle coscienze umane?”
R.- E’ molto chiaro Marco. La ringrazio di questa autorevole citazione di Giovanni Paolo II che, così, mi pare tra le altre cose, non è che abbia bisogno di una glossa d’interpretazione, però richiamerei tra le cose che ci ha opportunamente, in modo pertinente, letto, due punti. Il primo, sul quale non insisteremo mai abbastanza, è l’uccisione delle coscienze. La prima legge della Chiesa è la salvezza delle anime, e allora qui il problema è che questa pratica purtroppo, quando si diffonde, si diffonde anche attraverso la sua legalizzazione, è un terribile strumento di uccisione delle coscienze. La coscienza morale viene proprio offuscata fino a incallirsi,a non riconoscere più nemmeno che questo è un male e quindi dopo ci troviamo di fronte anche a tutto un dramma morale che si consuma all’interno di chi, purtroppo, liberamente si fosse assunto la responsabilità di compiere questo atto e, in generale, anche dal punto di vista educativo. Quindi, le coscienze vengono anestetizzate e si pensa che questa cosa vada bene, sia normale, perché è stata legalizzata. Dall’altro lato, il profondo legame che c’è tra il diritto alla vita del concepito e tutti gli altri diritti. Se il diritto alla vita del concepito viene conculcato, viene negato, con l’aborto legale, è chiaro che tutto il tema dei diritti umani, di cui tutti si riempiono la bocca… tutti quanti sono a favore dei diritti umani… poi se si fa l’aborto procurato e lo si fa diventare legale, è chiaro che tutti i diritti ne vengono in qualche modo indeboliti, o addirittura vengono contraddetti e la loro affermazione anche un po’ retorica da questo paradosso per cui lo stato si organizza con i suoi mezzi più potenti per uccidere gl’innocenti.
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Siamo giunti, cari ascoltatori, anche questo pomeriggio al termine (…) dò appuntamento – a Dio piacendo –alla prossima puntata che sarà venerdì 14 ottobre alle ore 15,15. Grazie a tutti e buona continuazione con i programmi di Radio Maria.