Il presidente di Ora et Labora in Difesa della Vita ci ha inviato il resoconto di una delle sue giornate di preghiera e testimonianza a favore della vita fuori da una clinica specializzata in aborto, ad Ancona, nelle Marche: lo scambio di battute con un medico della struttura – che ha chiamato i Carabinieri per farlo allontanare – è molto “istruttivo”, a proposito di cultura della morte, ideologia e razionalità (scientifica)
In Ancona, considerato il numero elevato di medici obiettori, il lavoro sporco di uccidere bambini con l’aborto viene delegato anche alla clinica privata convenzionata Villa Igea. In pratica una Planned Parenthood all’italiana, sovvenzionata con soldi pubblici.
A Villa Igea si eseguono gli aborti fino a 3 mesi, mentre all’Ospedale dei bambini, il Salesi, fanno solo quelli delle minorenni e quelli urgenti.
Venerdì scorso ero lì a testimoniare con la preghiera e il volantinaggio contro questi delitti contro la vita che gridano vendetta davanti a Dio e alle generazioni future.
Uno dei responsabili della suddetta clinica, forse – dal seguito che aveva- era il Direttore Sanitario, ma non so – come si può vedere dalle foto, ha chiamato i Carabinieri per farmi allontanare, mentre io invece lo invitavo a rallegrarsi della mia presenza, che significava l’operosità del proprio reparto nel praticare gli aborti e nel sopprimere la vita nascente, e quindi gli avrebbe procurato ulteriori clienti e guadagni.
Il fatto però che protestasse dimostrava che aveva la coscienza sporca?
Alla mia domanda se provava rimorso nel sopprimere la vita nascente, restava in silenzio; non rispondeva neanche quando gli chiedevo: «Se l’aborto non è un omicidio (mi continuava a ripetere che c’era una legge che lo permette e che si tratta di un servizio effettuato dalla clinica su disposizioni della regione Marche) mi dica quando ha inizio la vita umana?»
Messo alle strette, ha risposto: «Dalla nascita!», al che gli ho chiesto se avesse preso la laurea al Cepu…
Una volta arrivati, i Carabinieri hanno preso atto della liceità del mio presidio (avevo fatto in precedenza l’avviso in questura) e hanno liquidato il Dottore esortandolo, nel caso lamentassero qualche danno o disturbo da parte mia, a rivolgersi alla questura. Dopodiché , congratulatisi con me, mi hanno stretto la mano e se ne sono andati lasciandomi continuare tranquillamente la mia testimonianza.
“Se pecora ti fai, lupo ti si mangia”, dice la saggezza popolare: noi, testimoni di vita, a difesa della vita dei nostri fratellini più piccoli e indifesi minacciati dall’aborto e a difesa della vita e della salute delle loro mamme non possiamo permetterci di diventare pecore Ricordiamoci che il Signore ci chiederà conto di ogni vita innocente che stiamo uccidendo con l’aborto e che ci ha detto, nel capitolo 13 dell’Apocalisse: «Sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca.»
Giorgio Celsi
Video realizzato dal Professor Giorgio Nicolini di Tele Maria.